SI SALDI CHI PUO’!
Tanto per cambiare, i conti non tornano.
A sentire la Confcommercio, dovremmo spendere tra i 350 e i 400 € a famiglia in questa tornata di saldi “pesanti”, quelli invernali (si sa: un conto è l’acquisto di un giubbino jeans, un conto è cambiare il cappotto…) Peccato che le principali associazioni dei consumatori diano tutt’altri numeri: 130 € di media, praticamente un terzo. A chi credere?
Mah. Questo, comunque, rimane ancora l’aspetto meno importante: ognuno, infatti, spenderà la cifra che vuole (e/o può), sicuramente senza farsi influenzare dalle medie nazionali, vere o presunte. Il punto vero è: ma a che servono, esattamente, questi benedetti saldi? Un tempo, tanti tanti anni fa, quando eravamo negli opulenti anni Ottanta e nei benestanti anni Novanta, la funzione dei saldi era quella di farci “cavare lo sfizio”. Tutto il necessario te l’eri già comprato prima; qualcosa ti era stato regalato a Natale; la giacchina sfiziosa, il pantaloncino ultimo-urlo o il paio di scarpe in più, ecco, quelle arrivavano ai saldi.
Ma adesso? Non so voi: per la sottoscritta i mesi di settembre-ottobre-novembre-dicembre semplicemente non esistono, se non per le gravi emergenze (del tipo: i figli bucano tutti i pantaloni in modo irreversibile; il paio modello “acqua in casa” che doveva durare fino a gennaio comincia ad essere modello “piazza San Marco a novembre”). Gli acquisti si fanno inderogabilmente a gennaio, minimo al 30% ma indicativamente al 50% in meno del prezzo del cartellino.
Evidentemente, però, dobbiamo proprio essere in tanti a comportarci così, perché l’Intesaconsumatori (cartello delle maggiori associazioni del settore) ha lanciato la proposta di ridiscutere della politica dei prezzi: che senso ha, se tutti ormai comprano ai saldi, tenere i prezzi “interi” per tutto il trimestre precedente, coi negozi vuoti di acquirenti? Saldi perenni, insomma, per consentire oltretutto alle famiglie di avere un maggiore potere d’acquisto, perché poi finisce che, quando si arriva a gennaio, magari i soldi della tredicesima sono stati spesi per altro e allora addio anche ai saldi…
Risposte dalla controparte, ovvero dai commercianti, non ne arrivano, eccettuata la tendenza ad anticipare costantemente l’avvio dei ribassi: come l’anno scorso, è stata Napoli ad aprire le danze, cominciando il 2 gennaio. Ma non si contano le segnalazioni, in tutta Italia, di violazione delle regole di esercenti che hanno iniziato a “ribassare” in anticipo, si suppone stanchi di avere il negozio deserto… Viene definita “concorrenza sleale” dai loro colleghi, ma forse è solo un salutare attacco di buon senso: è che, siccome in Italia non se ne vede molto in giro, quando appare è subito scalpore…
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