25 febbraio 2006

Magliette & Vignette



Che malinconia, le parole della rappresentante dei Buddhisti bresciani al “Tavolo della pace”: “è importante procedere uniti nel confronto, per cancellare qualsiasi forma di ignoranza”. E quelle del rappresentante dei cristiani: “cerchiamo di spostare la riflessione su un piano umano, perchè in questo momento in cui l’umanità è divisa si tende automaticamente a pensare che l’altro è il nemico”. E poi l’islamico, ed il valdese, lì a parlare di passare “dalla reciproca tolleranza al rispetto”, ed a sottolineare come il fondamentalismo sia una minima parte dell’Islam. Il tutto mentre a poca distanza Gabriele Mandel, docente universitario nonché vicario generale per l'Italia dell'ordine sufi Jerrahi (dove i Sufi sono l’equivalente islamico del francescanesimo) teneva un incontro proprio sulla spiritualità più contemplativa ed amorevole di questa religione.
Ma che ci stupiamo a fare. Gli uomini hanno sempre fatto di tutto e di più per rovinare la parte migliore delle religioni, quali che siano. E così, qualche lungimirante politicante irano-pakistano ha pensato (bene?) che per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica di casa sua da quisquilie come il rispetto dei diritti civili e della libertà individuale, ci voleva qualcosina di forte. Detto fatto, dall’archivio son saltate fuori due vecchie vignette pubblicate da un piccolo giornale di un piccolo, civile paese europeo: la Danimarca. Avete forse sentito qualche voce levarsi contro tale strumentalizzazione? E quando in Turchia un minorenne ottenebrato da cotanta offesa ha ucciso don Antonio Santoro, avete forse sentito qualcuno far notare con sufficiente forza che il minorenne in questione, guarda caso, apparteneva all’organizzazione di sfruttamento della prostituzione che il prete cattolico ostacolava pervicacemente?
Macchè. Sembra che tutto il genere umano, cristiano o musulmano che sia, adori farsi strumentalizzare. Tutto, tranne il nostro ex ministro della Giustizia (pensate un po’ voi…) Roberto Calderoli, che deve essersi trovato davvero irresistibile nella sua “gag della maglietta”. Qualcuno pensa che a muoverlo fosse davvero l’appassionata difesa della libertà di satira? No, e abbiamo la prova: fuori dalla Rai non staranno né il dottor Mimun, che lo ha così gentilmente ospitato, né gli altri spiritosoni suoi colleghi di governo. In compenso sono già stati cacciati il comico (vero!) Antonio Cornacchione (quello che fa il forzista innamorato di Silvio), Serena Dandini e tutta la band dei Guzzanti (figli); mentre son lì lì per partirsene Fabio Fazio con l’irresistibile Litizzetto.
Sarà per gelosia?
P.S.:volevo pubblicare una delle vignette incriminate ma non ci sono riuscita. QUesto blog non me l'ha accettata. Era umanissima e deliziosa. Peccato

16 febbraio 2006

MANIFEST...AMENTE INSOPPORTABILI


Secondo me li mettono su di notte. Se no, non mi spiego. Ma come: son passata di qui proprio ieri e non c’era niente… ed oggi mi trovo un Pierferdinando Casini formato King Kong (al quale un po’ assomiglia, per via delle folte sopracciglia) che ci informa che “lui è per la famiglia”. La crisi è doppia: primo, perché Pierferdinando sarà anche (stato) un bel ragazzo ma su quel manifesto ha uno sguardo da lupo mannaro; secondo, a QUALE famiglia alluderà? A quella da cui è separato, oppure alla nuova, cioè alla “coppia di fatto” con annessa bimba di due anni? Fossi (disgraziatamente, s’intende) nella sua compagna, non gli parlerei più assieme per i prossimi tre mesi a scopo cautelare. Anche se il top lo raggiunge nel manifestone in cui dichiara: “Un’idea diversa”. Che non si sa se è una preghiera disperata del tipo “qualcuno mi aiuti che non ne ho di mie” oppure ad un velato invito al voto gay.
Poi c’è il fricchettone con sciarpona colorata della Margherita. Si suppone che abbiano finalizzato alla sua ricerca tutta l’attività del partito negli ultimi sei mesi (il che spiega molte cose), dato che di fricchettoni in quel partito di insopportabili bacchettoni contro tutto (pacs, gay eccetera) che è la Margherita, ci dev’essere solo lui, povera stella. Solo sui manifesti come nel partito, piccolo caro.
E che dire dei manifesti stile “halligalli” di Alleanza Nazionale? Quelli con Fini che dice “Se prima eravamo in pochi a chiamare Patria l’Italia, adesso siamo in tanti…” a ballare l’Halligalli, appunto. Edoardo Vianello sarà contento.
Ma il massimo, naturalmente, lo raggiunge Lui, il Grande Silvio. I suoi manifesti sono i più grandi, i più numerosi, i più accessoriati di tutti. Non so se avete notato, il ragazzo s’è fatto mettere pure i faretti alogeni per essere illuminato a puntino pure in effigie, oltre che dal vivo degli studi televisivi. Gli mancano solo i portavasi in ferro battuto con dei bei gerani dentro, e poi sono perfetti.
Il mio preferito è quello in cui se la ride pacifico e beato della “sinistra che dice che tutto va male, lasciamola perdere”. Chiaro l’intento di trasmettere al Paese un’iniezione di ottimismo (e di Roipnol, che non guasterebbe allo scopo), per carità. Difficile però non sentirsi presi un tantinello per i fondelli, diciamo. Perché quando andiamo a fare la spesa (noi poveracci che ancora facciamo la spesa) lo vediamo bene cosa compriamo e quanto spendiamo; e quando a fine mese i conti faticano a tornare, a differenza di qualche anno fa, non è perché la sinistra ci ha raccontato panzane confondendo il nostro cervellino mignon come il Premier sembra farci intendere, bensì perché la recessione c’è e si vede. Della qual cosa a Lorsignori, chiaramente, non importa un fico. Si sono aumentati tutto quello che potevano aumentare, hanno depenalizzato le tangenti, hanno aumentato in modo abnorme e vergognosi i rimborsi elettorali ed ora si apprestano a bombardarci con slogan cretini e facce di bronzo. Difendiamoci.

11 febbraio 2006

A GRANDE RICHIESTA, DOPO "CENTOVETRINE... "IL MILLEPROROGHE"!!!


Immaginiamo una Categoria assolutamente Protetta. Niente a che vedere con i portatori di handicap, eh, si parla di protezioni che assomigliano più a delle blindature. Del tipo che a questa Categoria gli basta presentarsi agli sportelli perché le banche le scuciscano finanziamenti per il 100% dell’importo di spesa, senza problemi o ipoteche. Del tipo che possono incassare da chiunque proventi fino a 50mila euro senza manco doverli contabilizzare (figuriamoci poi dichiararli nei redditi). Del tipo che se qualcuno appartenente alla Categoria gli capita di fare qualche “casino” contabile (e ce ne vuole, viste le premesse) comunque non è perseguibile; di più, se non riesce a restituire i debiti contratti ci pensa un Fondo di Garanzia costituito da denaro pubblico. Ci fareste o no una firma per appartenere ad una categoria così? Invece nix, niente da fare. A meno che non siate tesoriere di un partito.
Tutto quello di cui sopra, infatti, ed altro ancora, è parte del famigerato articolo 39/III del Decreto Milleproroghe. Il decreto lo potete leggere dagli archivi internet del Senato, ma l’articolo 39 no, stranamente manca… presumibilmente si vergognano, ma non al punto di votare a maggioranza contro la sua approvazione.
E così, a dodici anni dal referendum che lo aboliva, il finanziamento pubblico torna ufficialmente ad essere un autentico scandalo ed una truffa legalizzata. Ma c’è dell’altro: ipotizzando che la prossima legislatura possa essere instabile e portare ad elezioni anticipate (grazie al “ritocco” elettorale apportato dalla maggioranza), la norma prevede che i partiti percepiranno comunque i finanziamenti “per intero”. Il che significa che, in caso di scioglimento anticipato, l’Italia si troverebbe a mantenere due parlamenti. Che bellezza.
Ma la questione non è solo di carattere finanziario, anche se colpisce la spregiudicatezza nello spendere soldi dei cittadini in un’epoca di tagli diffusi e generalizzati. Il problema è che questo articolo autorizza vere e proprie truffe, consentendo fondi neri e finanziamenti non dichiarati né tracciati. Le future tangenti, insomma, saranno perfettamente legali.
Il tutto mentre il Premier si spende nelle Centovetrine televisive raccontandoci come ha lavorato tanto e bene e scrollandosi di dosso ogni addebito dicendo che al governo “mica c’è solo Forza Italia”, insomma è colpa “degli altri”, ah se Forza Italia avesse il 51%, allora sì che tutto filerebbe liscio. E mentre lui era in passerella, e con l’alibi di esserci, passavano queste polpette avvelenate inserite in decreti di tutt’altra natura: finanziamenti ai partiti, inasprimento delle pene per chi consuma “sostanze psicotrope” (anche l’alcol lo è, a proposito). Un’ultima perla: la leggina che stanzia un finanziamento di 90 milioni di euro per i terremotati del Belice (evento accaduto nel 1968). Nel quasi totale silenzio dei media, dovuto al fatto che i telegiornali si son ben guardati dall’informare i loro ascoltatori a riguardo. Strano, vero? Chissà perché!

05 febbraio 2006

Le "new technologies" secondo Silvio



M’ha scritto Silvio. Berlusconi, s’intende.
Una bella letterona di due pagine allegata ad un volumetto dal titolo “L’innovazione digitale per le famiglie”, spedita a me e ad altri 16 milioni di cittadini italiani (per un totale di 7 milioni duecentottantamila euro; fonte Beppegrillo.it). “Cara amica”, inizia lui sulla sua bella carta intestata “Il Presidente del Consiglio dei Ministri”. Cominciamo bene: non so che concetto abbia dell’amicizia uno che chiama “amici” sedici milioni di persone, ma decisamente non è il mio. Silvio, vista la confidenza che ti prendi, fa il favore, “amica” dillo alla tua sorellina, dai che è meglio.
Segue tutto un discorsone “stile suo” sull’innovazione digitale appunto, promossa da quel suo ministro che ha un nome che è tutto un programma (di governo): Stanca. “Abbiam fatto questo”, “siamo all’ottavo posto in Europa per la qualità dei servizi pubblici in rete” (wow, prima della Lettonia, che emozione), abbiamo promosso la diffusione della banda larga, siamo al primo posto di qui e di lì, guardate quanti bei telefonini pro capite abbiamo, eccetera eccetera. Che l’innovazione digitale sia progredita in Italia non c’è dubbio per nessuno. Che l’abbia fatto in maniera ottimale, razionale e sotto la guida lungimirante del ministro Stanca e dei suoi colleghi, beh, parliamone.
Parliamo per esempio degli incentivi per l’acquisto di computer. La stragrande maggioranza degli acquirenti non se n’è avvalsa, perché le macchine proposte in vendita erano gran poco appetibili, oppure avevano costi comunque di mercato. E allora perché devo essere condizionato all’acquisto di un particolare modello quando comunque mi costa come gli altri. Oppure parliamo di quella bidonata che passa sotto il nome di “digitale terrestre”: box per guardare la tivù utili solo per chi li ha venduti (come il fratello del Premier, per inciso) o per chi adesso ci vende le partite di calcio e le dirette del Grande Fratello (indovinate un po’ chi). Per il resto, si tratta di una tecnologia giudicata da tutti gli specialisti del settore (nonché dal mercato internazionale) come inutile. La tv, ormai, si vede in Internet, ad averci la banda larga. Già, la “banda larga”…
Silvio, visto che siamo “amici”: si può sapere perché siamo uno dei paesi europei in cui l’Adsl è più caro e meno esteso sul territorio? Mezza provincia non può ancora usufruirne per via di centraline telefoniche obsolete. E Silvio, sempre per amicizia s’intende, ci spiegheresti mica (via e-mail così non prosciughiamo le casse degli italiani) come accidenti capita che la France Telecom offra l’Adsl con banda fino agli 8 mega a 24,90€ mentre la nostra Telecom ci spaccia come offertona irripetibile Alice 4 mega a SOLI 36,95€? Per non parlare degli americani, che godono di connessioni a velocità tripla o quadrupla in banda larga spendendo quello che noi spendiamo per l’Adsl a 2 mega.
Poi per carità, siamo rimasti tutti commossi dal ricevere la carta dei servizi della Regione col codice fiscale e la tessera sanitaria, ma allo stato attuale solo i cittadini delle provincie di Catanzaro e Bassano (lo riporta il libriccino del governo) possono usarle per prenotazioni on line, oltre che sfoggiarle nei portafogli. Il fatto che però maggiormente ci interessa è che linnovazione digitale, come la chiamate voi, se è vera fa risparmiare. Se Internet funziona, non abbiamo più bisogno del canone Telecom perché possiamo chiamarci a costo zero usando la rete, guardarci la tele eccetera eccetera. Allora facciamo così, Silvio: ci sentiamo (per lettera, per piccione viaggiatore) la prossima volta che l’Innovazione Digitale ci consentirà di non pagare più la bolletta del telefono (dillo tu a Tronchetti Provera). S@luti c@rissimi, la tua “amica” Veronica.