30 marzo 2006

PER GRAZIA RICEVUTA…


Ci mancavano solo i vescovi. Già in questa campagna elettorale non si riesce più a distinguere una sola idea o concetto chiaro (figuriamoci poi una linea programmatica!), ci mancavano solo le “non indicazioni di voto” del cardinal Ruini all’ultima riunione della Cei.
Che cosa ha detto Sua Eminenza? Essenzialmente, due cose: la prima, che la Chiesa non si schiera a favore di nessun partito; la seconda, di non votare per chi non difende la centralità della famiglia e del matrimonio. Carino: come dire, “non mi schiero a favore, ma a sfavore”…
Qual è il motivo del contendere? I famigerati “pacs”, patti civili di solidarietà. Anche a Brescia, un paio di domeniche fa, qualche blasonata parrocchia del centro storico ha cominciato la sua campagna elettorale su questo punto, distribuendo fotocopie orientative riportanti un articolo dell’”Avvenire” su questo punto. Uno scritto misurato ed obiettivo che parlava di disgregazione sociale e crollo dei valori della comunità, arrivando ad insinuare che il vero obiettivi di ciò era arrivare al matrimonio gay ed alla possibilità di questi di adottare figli.
Sembra di esser tornati indietro di trent’anni, all’epoca della campagna per il divorzio. Ai tempi, c’era il povero Amintore Fanfani che girava per il meridione strillando che, con la possibilità di divorziare, tutti i mariti d’Italia sarebbero scappati di casa per correre dall’amante, abbandonando per sempre moglie & figli (e viceversa, con le mogli che scappano con l’amante). Anche all’epoca, queste persone avevano del matrimonio una tenera visione, suppergiù simile a quella di un Carcere di Massima Sicurezza. Che bellezza.
Adesso, è la stessa solfa: c’è la proposta, sostenuta da alcuni partiti del centrosinistra, di riconoscere giuridicamente le coppie che decidono di non sposarsi; si tratta di più di due milioni di persone che, attualmente, convivono con la persona che amano. Se questa si ammalasse, non potrebbero assisterla in ospedale perché, per la legge, “non esistono”, come non esistono per le casse previdenziali e sanitarie, per l’asse ereditario, eccetera eccetera. Perché occuparsi dei diritti civili di costoro significa, agli occhi del cardinal Ruini, “minare i valori della famiglia”? Forse le famiglie italiane si fondano sul disonore e sulla clandestinità altrui? Che poi: se i cardinali si fossero limitati a far osservare che i cattolici veri non devono convivere ma sposarsi, avrebbero adempiuto al loro proprio ufficio senza limitare la libertà di nessuno, né dei praticanti né dei non praticanti. Ma così non va, non può andare. Una Chiesa che da un lato si prende l’8 per mille delle tasse degli italiani, che non paga l’Ici, che dice chi non votare, è ormai un partito occulto della politica italiana. Ma a differenza degli altri, non possiamo nemmeno usare il nostro diritto di voto per mandargli un messaggio in proposito.
O forse si?

13 marzo 2006

“BUONO SCUOLA” O… BUONA SCUOLA?


Oltre 650 euro: questa mediamente la cifra che la Regione Lombardia eroga per ogni studente delle scuole private, indipendentemente dal reddito della sua famiglia. Il tutto mentre sono stati tagliati del 21% i fondi destinati al diritto allo studio, cosicché gli studenti delle scuole pubbliche ricevono dalla regione la bellezza di 7,04 euro a testa. Riusciranno a comprarci l’astuccio?

Avete presente lo Sceriffo di Nottingham? Basta anche quello della versione disneyana della leggenda di Robin Hood: quel cattivone pieno di sé al soldo dell’usurpatore Giovanni senza terra, che nell’Europa delle Crociate aveva soffiato il trono d’Inghilterra al nobile fratello, Riccardo Cuor di Leone. Siccome la Storia ha il pessimo vizio di ripetersi, è esattamente quanto sta succedendo in Regione Lombardia con la vicenda dei buoni scuola destinati a chi frequenta gli istituti privati.
Immaginate di aver di fronte due montagne di soldi: una fa la bellezza di 42 milioni di euro, l’altra (una collinetta, in effetti) 7 milioni. La prima (i 42 milioni) è riservata all’ 8% degli studenti lombardi, la seconda (la collinetta) al 92%. Di più: metà di quell’8% che si è preso il buono scuola appartiene a famiglie che guadagnano all’anno dai 40 e 186 mila euro, e con la cifretta probabilmente si pagheranno una custodia fashion per l’Ipod nuovo. C’è qualcosa che non va, a quanto pare.
Non va che, in nome di una “libertà di scelta” qui assolutamente non in gioco, si usi denaro pubblico frutto delle tasse di tutti, soprattutto dei cittadini meno abbienti (che sono la maggioranza) per rendere più competitive realtà che, a grande maggioranza, non lo sono per nulla. Secondo recentissimi studi condotti da più università italiane (si possono leggere sul bellissimo sito di informazione www.lavoce.info) , gli studenti delle scuole private sono molto meno preparati dei colleghi delle pubbliche quando si presentano all’università. Sfido: tutti noi sappiamo benissimo che la stragrande maggioranza degli istituti privati accolgono generalmente gli studenti (di famiglie benestanti) che hanno alle spalle bocciature nel sistema pubblico, e che trovano in tanti istituti privati un comodo rifugio e parcheggio. Per carità: ci sono pure le debite eccezioni, ma, questo è il fatto, sono eccezioni.
In questi anni di “buono scuola” gli insegnanti abilitati in servizio nelle scuole private sono aumentati in quantità irrisoria e centesimale. Mentre i loro colleghi della scuola pubblica frequentano corsi pluriennali di specializzazione post laurea, gli insegnanti delle private vengono sottoposti evidentemente ad altri criteri di valutazione, “privati”, appunto. Su tali criteri, nonostante i sostanziosi contributi pubblici, né lo stato né le regioni mettono becco. Si aggiunga poi la “beffa dell’Ici”, per cui le scuole pubbliche devono pagare l’imposta sugli immobili ai comuni di appartenenza, mentre (grazie ad un recente decreto) le istituzioni private di carattere religioso ne sono esenti… Pazienza. Al limite, ci rifugeremo nella foresta di Sherwood. Se nel frattempo vi imbattete in un qualsiasi Robin Hood, fategli un fischio.

02 marzo 2006

Informazione di servizio

Salve, mi presento, sono longinous e mi occupo del buon funzionamento tecnico di questo sito (dove non tocca a blogger).
Ero stato avvisato del fatto che c'erano dei problemi di visualizzazione sul Browser di Redmond (Internet Explorer) per cui la barra laterale, invece che a lato, stava sotto ai post.

Dopo aver ravanato nel codice come un ebete per 10 minuti ho deciso che la cosa migliore da fare era prendere nuovamente il modello base e rimettere le personalizzazioni di Veronica.
Ora dovrebbe funzionare correttamente (io uso linux e con firefox non ha mai rotto, anzi, ve lo consiglio), ma se ci dovessero essere altri problemi, avvisatemi e provvederò tempestivamente.

Grazie
longinous